
Il precedente: l’intervista a Lavrov
L’intervista che il ministro degli esteri russo Lavrov ha rilasciato a Zona Bianca, su Rete 4, solo una settimana fa, si è portata dietro uno strascico di polemiche violente che hanno finito per coinvolgere perfino il Presidente del Consiglio Draghi, che l’ha definita “non un granché” perchè non c’era il contraddittorio. Lo scrivente ha sentito con le sue proprie orecchie il disgusto dell’Italia progressista e benpensante tutta, che si è domandata sconvolta se fosse anche solo possibile che qualcuno si sia permesso di intervistare il portavoce del cattivo supremo, Vladimir Hitler.
Della lunga e interessante intervista in questione, per altro, il progressismo benpensante di mezzo mondo ha ritenuto di dover commentare solo le uniche due affermazioni molto discutibili, e cioè che Hitler avrebbe avuto origini ebree e che proprio gli ebrei sarebbero i peggiori antisemiti, tralasciando tutto il resto dal quale sarebbe potuto partire un confronto ragionato e utile per la pace. Due affermazioni infelici, certo, che tuttavia non sono del tutto campate in aria e che avrebbero comunque meritato un maggiore approfondimento, se non altro per scoprire che le radici di Hitler semplicemente non si conoscono (è un segreto che si è portato nella tomba la signora Schicklgruber, la nonna di Hitler, che pure portava un cognome comune tra gli ebrei) e che molti di quei “kapò” di cui parla anche Primo Levi erano proprio prigionieri ebrei.
Poroshenko su Rete 4
In ogni caso, non è dell’intervista a Lavrov che volevo parlare. Ma di quella a Petro Poroshenko, andata in onda stasera (9 maggio 2022) all’interno dello stesso programma, sulla medesima rete. Probabilmente come “contraddittorio” in regime di par condicio a quella di Lavrov.
Ora, se Lavrov è il legittimo ministro degli esteri in carica di una delle maggiori potenze economiche e militari del mondo, è attualmente coinvolto in prima persona in un’azione di guerra, e magari la sua opinione, seppur conflittuale e non condivisibile, va comunque ascoltata, l’intervista a Poroshenko a mio avviso è un pericoloso precedente per l’Italia che eviterei di riproporre in futuro.
- Advertisement -
Nulla da dire al bravo Giuseppe Brindisi, conduttore del programma, che fa il suo lavoro egregiamente, né al suo editore, che giustamente va dove lo porta il profitto.
Tuttavia, mi permetterei sommessamente di far notare a lor signori che l’ex presidente dell’Ucraina Poroshenko non è un Salvini qualsiasi, un Berlusconi, un Conte. Chi non lo conosce e non ha gli strumenti per inquadrare il personaggio, potrebbe pensare di aver sentito parlare in televisione un ex presidente qualsiasi, un politico, un individuo per bene che ha ricoperto una legittima carica politica in un paese civile e democratico all’interno dell’area europea. Trovarsi in accordo con lui, per alcuni, potrebbe sembrare normale, come ci si può trovare d’accordo con Salvini o con Conte.
Chi è Poroshenko e con chi rischi di essere d’accordo se la pensi come lui
Ma così non è.
Poroshenko, oggi, non solo non è in carica, e quindi la sua opinione non è particolarmente rilevante, ma soprattutto è bene che si ricordi che egli è un oligarca dell’Est Europa che ha governato il paese nel periodo in cui questo iniziava una guerra civile e precipitava ai livelli più bassi di tutte le classifiche di corruzione nel mondo, finendo per occupare la posizione dello Zambia. E’ il signore che ha iniziato la persecuzione degli ucraini russofoni del Donbas, il signore che ha preso i soldi di Soros per farsi reclutare tre ministri, di cui uno in America, portando una cittadina statunitense al governo dell’Ucraina come Ministro delle Finanze. Poroshenko è l’uomo della “decomunistizzazione“, con la quale ha di fatto eliminato tutta l’opposizione politica lasciando milioni di persone senza alcuna rappresentanza parlamentare in tutte le elezioni successive. E’ quello che ha intitolato migliaia di strade e città agli eroi ucraini nazisti e che poi ha lasciato integrare i battaglioni neonazisti nelle forze regolari dell’esercito ucraino. E’ l’uomo che ha portato il suo paese al 97° posto nella classifica della libertà di stampa secondo la Freedom of Press e che ha subìto le critiche aspre dell’OSCE e della Commissione Europea sulla Democrazia per aver legiferato in modo inopportuno e antidemocratico. Quello che durante la sua presidenza ha visto crescere la sua ricchezza di 400.000.000$ (quattrocento milioni di dollari).
Cosa ha detto Poroshenko

Ciò specificato, l’ospite di stasera ha detto alcune cose che a me sono sembrate aberranti e che tuttavia l’informazione generale (o dovrei chiamarlo “main stream”?) ci vuole far passare come giuste, sagge e insindacabili.
Egli, dopo aver presentato la sua analisi piuttosto discutibile della situazione, un’analisi, cioè, autoreferente tutta rivoltata intorno alla figura dell’eroe e dell’antagonista cattivo, ha detto cose come:
Dateci le armi per farci fare quello che altrimenti dovrete fare voi
Poroshenko
Se non ci date le armi, molto presto avrete la guerra in Italia
sempre Poroshenko
La Russia alla conquista del mondo?
Ora, queste due affermazioni intanto presumono il fatto – per alcuni incontrovertibile ma invece per niente scontato – che la Russia, finito con l’Ucraina, voglia invadere anche altri paesi all’interno dell’Europa. La cosa, sostenuta a gran voce da alcuni tromboni solitamente intervistati nei programmi di opinione, risulta a uno sguardo un minimo onesto quantomeno stramba, se non sciocca. Invadere o attaccare un paese NATO significherebbe iniziare una terza guerra mondiale, e se Putin avesse avuto questa intenzione avrebbe attaccato direttamente un paese NATO. Non vedo proprio perchè sfiancare il suo esercito in una guerra preliminare senza senso: se vuoi attaccare la NATO lo fai con l’esercito forte, motivato e prima di ricevere un fiume di sanzioni che – anche se in misura minore di quello che ci raccontano – un minimo ti riduce le capacità economiche e offensive. Per non parlare dell’opinione pubblica interna e della tenuta della tua autorità nel tuo stesso governo. Insomma, non ti indebolisci prima di una guerra totale.
Che voglia essere un segnale forte anche ad altri paesi entrati nella NATO, può darsi; che finita questa guerra Putin voglia iniziarne un’altra, a me pare una sonora idiozia propagandistica messa in giro da persone sciocche o in malafede.
Le affermazioni dell’oligarca, dunque, si basano su un’idiozia ripetuta centinaia di volte e alla quale molti hanno finito per credere: la guerra non arriverà in Italia perchè Putin continuerà ad invadere le nazioni europee, come se avessimo tutti improvvisamente traslocato su un’enorme partita a Risiko per la conquista dell’Europa Occidentale. La guerra, invece, potrebbe arrivare in Italia proprio se continuiamo ad armare gli ucraini e ad infiammare il conflitto. La guerra potrebbe arrivare in Italia se non fermiamo l’escalation, se non prendiamo la strada dei negoziati: questo è il caso in cui potremmo ritrovarci in guerra anche noi!

La “guerra per procura” va terminata.
Poi c’è la seconda, sinistra affermazione dell’oligarca del cioccolato ucraino, che ha detto qualcosa del tipo “fateci fare quello che altrimenti dovreste fare voi“. Uno spauracchio che sa tanto di presa in giro e che conferma in modo imbarazzante la tesi di chi da due mesi si sgola per la pace sostenendo che quella in Ucraina, se fatta con le nostre armi e i nostri soldi, finirebbe per essere una “guerra per procura” contro la Russia. E questo sì, che potrebbe portarci le bombe in casa!
Quindi, gentilmente, qualcuno spieghi all’oligarca che, se vuole davvero evitarci la stessa sorte che è toccata a lui per aver iniziato il conflitto con la Russia nel 2015, dovrebbe smetterla di coinvolgerci nella sua guerra personale contro Putin. Qualcuno gli spieghi che la pace non si fa combattendo, ma riconoscendo le esigenze dell’altro, ammettendo i propri errori e iniziando buoni propositi per evitare di commetterne in futuro. Scendendo a compromessi. Tenendo fede alle proprie promesse e fidandosi gli uni degli altri, seduti a un tavolo e stringendosi la mano.
E qualcuno spieghi agli italiani che, se l’obiettivo è la pace, allora questa guerra non va vinta.
Va terminata.
GIPHY App Key not set. Please check settings